15 apr 2014

GLI ORARI DEL TEMPO

Questa vita rovinosa, questo cencioso palcoscenico miserevole su cui si agita una gran folla di bulli, ladri e morituri. (Jack Kerouac)

Gli orari del tempo. Il tempo prevede degli orari, dei momenti precisi, dei momenti specifici in cui ognuno, libero dagli impegni quotidiani, si dedica alla contemplazione della propria sorte. Alcuni si impietosiscono altri invece si esaltano ma i più forse non hanno ben presente che tipo di musica stia esattamente suonando l'orchestra.

Il programma. Fin da subito dopo la nascita, che certamente tutti sono buoni a fare, si entra da protagonisti e con precise mansioi dentro un programma enorme. Costantemente vigili dovremo divenire, crescere, aumentare, sviluppare, ingrossare (senza gonfiare), accettare i mutamenti (ma non le mutazioni), maturare (senza avvizzire), progredire (senza rimbambire), durare (senza vegetare), evolvere, valutare, invecchiare (senza troppo ringiovanire) e infine morire evitando il più possibile di protestare troppo.

Un cambiamento continuo. Insomma il problema con la vita è che, anche quando sembra non cambiare mai, in realtà cambia continuamente ed è proprio quando si crede che sia tutto finito, tutto ricomincia. E a tal proposito vi confesso che sono portato inconsciamente a considerare che non c'è alcuna ragione per cui la mia età, ormai avanzata, non sia garanzia di eternità e che la vulnerabilità all'azione del tempo sembri più adatta agli altri, soprattutto ai giovani, fragili e insicuri.

Polli da spennare. I giovani, ad essere sincero mi fanno un po pena. Troppe mascalzonate si compiono su di loro, troppo si è imperversato trattandoli quasi fossero vacche da mungere o, come si suol dire, polli da spennare, troppo evidente è stato il furto del loro futuro. E loro? Loro subiscono tutto inermi, come polli in batteria, nella illusoria speranza che le cose cambino da sè. Sono senza palle e ho anche l'impressione che la loro coscienza critica sia alquanto carente.

Divario generazionale. Il "gap" generazionale che li divide dai loro predecessori è impressionante. La precedente generazione (quella dei miei genitori per intenderci) ha portato avanti parole d'ordine come boom economico, sviluppo, consumismo e benessere. Quella successiva (alla quale appartengo) si è sviluppata all'insegna del rispetto dei propri diritti e della protezione sociale. Quella successiva (più o meno gli attuali quarantenni) ha visto diffondersi fenomeni come i licenziamenti di massa, il precariato, gli esodati e la generale diminuzine delle protezioni sociali. L'ultima generazione (coloro che, terminata l'adolescenza, si affacciano alla vita nuovi di pacca) è allo sbando, senza prospettive, senza futuro, e, cosa ancor più grave, senza coscienza di ciò. Cosa rimane di quelli che una volta si chiamavano i "baby boomers"? Niente più, solo lo sbiadito ricordo ormai sepolto di un irreale epoca ormai passata.

Dominatori e dominati. Questo è il risultato di tanti decenni di partitocrazia, di dominio incontrastato della "casta", di prevaricazione, di sfruttamento indiscriminato delle risorse economiche collettive a esclusivo vantaggio di pochi. E il punto di arrivo, l'oggi quotidiano, vede il trionfo dell'illegalità e del permessivismo. Il punto di arrivo è un delinquente condannato per gravi reati e indiziato di altri che viene ricevuto con tutti gli onori dalle massime istituzioni dello stato, è un becero imbonitore da piazza sistemato sulla poltrona della presidenza del consiglio dei ministri, è l'estensore della riforma elettorale (meraviglia delle meravigli) egli stesso privato del voto, è la tolleranza e lo "stringere l'occhiolino" agli evasori fiscali, é la corruzione imperante, é i furbi che continuano ad arricchirsi mentre i più stringono la cinghia, è il non mantenere le promesse avanzate in campagna elettorale e non.

Azione e reazione. A forza di riflettere, si finisce per arrivare a una conclusione e a forza di giungere a una conclusione succede che si prende una decisione. Così una volta presa la decisione, succede che si agisce per davvero. In giro c'è rabbia, voglia di reazione e manifestazioni violente di piazza sono molto probabili. Non ci dimentichiamo poi che lo scontento generale sicuramente si manifesterà nel segreto della cabina elettorale in occasione delle prossime elezioni. E ai giovani di oggi, quelli dell'ultima generazione, non resterà altro che misurare l'ampiezza del (altrimenti annunciato) disastro.

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