8 apr 2014

LA DECIMA MUSA

Ovunque lo scroccone afferra l'occasione. 

La decima musa. Gli antichi Greci veneravano, tra i molti dei dell'Olimpo, anche nove divinità ispiratrici delle delle arti e delle scienze chiamate "muse". Ai nostri tempi, tanto per aggiornare la materia, se ne è aggiunta un'altra, la decima, ispiratrice della non troppo difficile arte dello scrocco.

Lo scroccoLo scrocco, detto anche sbafo, ovvero il procurarsi qualcosa di gratuito a spese di altri è diventato un'arte, un comportamento adottato da molti come modo di vivere. D'altra parte in questi anni di "vacche magre", sia per la mancanza di lavoro sia per la generale diminuzione dei redditi o per la divaricazione tra coloro che hanno in abbondanza e coloro che poco o nulla hanno, questa pratica si è consolidata fino a raggiungere, in alcuni casi, la vetta della perfezione. Dunque lo scroccone, colui cioè che ritiene l'atto di pagare non  sempre indispensabile, è diventato figura comune in tutti gli ambienti.

Necessità fa virtùMa non sempre questa figura è del tutto negativa. Per lo più chi scrocca è stato costretto ad acquisire questa tecnica per pura sopravvivenza e peraltro chi ti richiede con finta noncuranza un "aiutino", chi ti ferma per strada con un "scusa, non è che avresti una sigaretta?", chi fa di tutto pur di di essere sempre l'ultimo della coda quando si paga il caffè nella speranza di godere della benevolenza di altri o quei pensionati al minimo che, presi dall'angoscia di come procurarsi la cena,  intascano furtivamente  nel supermercato sottocasa, una vaschetta di prosciutto e una mela, sono spesso giustificabili.

Una tendenza sociale. Nella nostra comunità la tendenza a sbocconcellare le risorse altrui è sviluppata oltre ogni opposta dichiarazione d’intenti e ovunque prosperano stuoli di abituali frequentatori di buffet inaugurali, di frivoli vernissage, di compleanni vipparoli o di manifestazioni pubbliche che facciano intravedere la possibilità di mettere in atto le ormai note tecniche di scrocco. Certamente è nota la figura di colui che, indubbiamente dotato di una certa impudenza, gironzola attorno al bancone del bar in ora di massimo affollamento con un bicchiere usato preso da un tavolino da sgomberare, ingozzandosi delle pizzette e delle altre delizie dell'happy hour.

Parassitismo. Se peraltro è gioco facile dare del parassita a intere categorie di persone dobbiamo invece fare molta attenzione a gridare contro questo fenomeno in quanto diretta conseguenza dell'ordine sociale che ci siamo dati. Il parassitaggio è diventato una moda collettiva e si pratica senza alcun senso di colpa, senza il minimo barlume di motivazione morale.

La regola. Ma, per evitare che questo fenomeno si identifichi con l'illegalità, normalmente si rispetta la regola di acquisire un certo malvoluto consenso da parte della vittima come, per esempio, nel fenomeno tutto partenopeo del "caffè sospeso" dove il cliente del bar (la vittima) acquista in anticipo un caffè per chi (lo scroccone) non potrà o non vorrà pagarlo. Comunque sbafatori e sbafatrici patentati che agiscono ai limiti del codice penale compiendo vere e proprie truffe ce ne sono. E ce ne sono tanti.

La signora Rosanna. A tal proposito mi viene in mente la storia di una signora romana chiamata Rosanna che anni fa ebbe effimera gloria. Costei, giocando sul suo aspetto curatissimo e su una sua presupposta incapacità d’intendere e volere, si infilava nei più esclusivi saloni di bellezza di Piazza di Spagna andandosene poi senza pagare. Subito dopo, bellissima e truccatissima, si accomodava nei migliori ristoranti pasteggiando, ovviammente a sbafo, con ostriche e champagne.

Lo sbafatore di Ghent. Oppure la storia di un certo Titus Clarysse, ospite tanto assiduo quanto sgradito dei migliori ristoranti di Ghent, cittadina belga nelle Fiandre dove ha cenato centinaia di volte sempre a scrocco. E il bello è che il mitico Clarysse non si faceva mancare niente, amava il buon cibo e ordinava solo le pietanze migliori, facendosi spesso portare dell'aragosta da innaffiare con i migliori brandy. Alla fine del pasto lasciava il tavolo con discrezione, poi, complice la confusione delle sale affollate, infilava la porta... ovviamente senza pagare il conto.

Il confine. Insomma benvenuti nel mondo dei parassiti, degli scrocconi, dei mangiaufi e di tutti gli altri opportunisti.
Impossibile sfuggire alla loro presa. Ma sono poi veri e propri truffatori? Il confine tra lecito e illecito è indubbiamente labile epperò consentitemi di guardare a questi fatti con una certa invidia mista ad ammirazione e di pensare che se ritenessi di avere la faccia tosta per dedicarmi attivamente alla già citata decima musa, forse forse....... Bene, ciò detto, vi aspetto qui sotto, al bar più vicino per un bel caffè insieme. Magari "sospeso".

******************************************
Esiste un altro post che potrebbe interessarti. Se vuoi leggerlo clicca qui .