Tutto ciò che si desidera o che l'esistenza promette è altrove e la lunga marcia di avvicinamento è infinita, non si arriva mai. Il bagaglio, per questo lungo viaggio è pesante, è fatto di inquietudini, di insoddisfazioni, di speranze disattese e lo si porta dietro nell'attesa di depositarlo altrove.
Nella vita di un uomo le radici sono indubbiamente importanti ma è anche vero che non sono poi così robuste da trattenerlo a lungo e che il radicamento nella realtà in cui si è formato non gli impedisce certo di mirare all'irraggiungibile meta delle aspettative soddisfatte.
Come in un miraggio all'orizzonte si intravede l'altrove, un posto al di là del mondo conosciuto, l'ultima irraggiungibile spiaggia dove si può perseguire con successo ogni ideale superiore, ogni perfezione, dove non esistono pensieri di qualcuno ma solo i nostri, dove nessuno può pensare ciò che pensiamo, dove nessuno può sentire ciò che diciamo.
Ma è anche l'ultima opportunità che viene offerta, dopo, infatti, le spiagge sono finite.
La mia mente, per esempio, è sempre in cammino verso l'altrove assieme a tutti coloro che, nel mondo, sono diretti verso i loro personali altrove.
Ma, a dire il vero, questo viaggio alla ricerca dell'altrove è un viaggio alla ricerca di se stessi perchè nella vita non è importante il traguardo finale ma il percorso che si compie per arrivarvi. E allora ecco, all'improvviso, come la soluzione di tutti quei problemi che ci hanno sempre infastidito appaia più vicina, a portata di mano.
E' stato facile, fin troppo facile, cercavamo altrove invece di cercare nelle nostre tasche, in noi stessi. Insomma non c’è strada che porti alla felicità perchè la felicità è nella stessa strada che stiamo percorrendo.
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