18 ago 2014

THE DAY AFTER

Il trenino Rma Ostia
Un'alba livida. L'ultmo treno per Roma è partito in orario. Le autostrade e le consolari sono ancora intasate di auto e qualcuno si è addormentato al volante. E' lunedì 18 agosto 2014 e un'alba livida illumina le piazze e le strade di questa ridente cittadina alle porte di Roma conosciuta come "La perla del litorale. E' il "day after", Il giorno dopo di Ostia. L'ondata migratoria dei vacanzieri ferragostani ha imperversato in città per tre notti e tre giorni. La mandria impazzita dei turisti  “pro tempore”  ha compiuto la sua transumanza lasciandosi dietro, quasi moderni vandali, solo  terra bruciata. Ora è’ finita e ognuno di loro ha ripreso il suo posto nella società. Seriamente. Chi lavora, chi vende, chi produce, chi fa qualche cosa, chi non fa niente, ma tutti, per fortuna lontano da qui.

La vita riprendeI residenti tirano su le saracinesche blindate dei loro negozi e escono cautamente dalle case bunker che li hanno protetti in questi tre giorni di baldoria e guardano smarriti il desolante panorama di rifiuti che si offre ai loro occhi. Carte, cartacce unte, bottiglie rotte, lattine vuote, residui alimentari  sbocconcellati, resti di gelati spiaccicati per terra, tracce di vomito nonché deiezioni umane e canine solide e liquide ricoprono strade e marciapiedi. Ma questo non è tutto.
 Panchina pubblica distrutta

I NTDSe è  vero che tre indizi fanno una prova, allora io ho trovato la prova dell’esistenza dei temibili NTD (nuclei turistici di disturbo) organizzati gerarchicamente e suddivisi in gruppi autonomi, ognuno con obbiettivi prefissati. Così opera sul territorio il gruppo dei “mazziatori” che si aggira furtivo durante le ore notturne spaccando e distruggendo con pesanti mazze ferrate le panchine in legno che amorevoli operai comunali hanno installato per il riposo e la sosta dei passanti. Esiste poi il famigerato “gruppo di fuoco” che, sempre di notte e tanto per tenere sul chi vive tutti coloro che aspirano a godersi un profondo sonno ristoratore,  si diletta a sparare contro i cartelli stradali in modo da bucherellarli i e renderli illeggibili. Infine il gruppo addetto alla propaganda che, operando giorno e notte con mezzi propri e motivato da solide basi ideologiche, si danna per imbrattare tutti i muri cittadini liberi con osceni disegni (il fallo va per la maggiore) e immonde scritte (“fuck you” è quella più ricorrente).

La quiete dopo la tempestaCon queste premesse, di buonora ho inforcato lo “squalo” (la mia bicicletta minimalista) e mi sono avventurato per le strade vuote in un silenzio irreale. Ho incontrato i pesanti automezzi dell’AMA (Azienda Municipale Ambiente per la nettezza urbana) che tentavano con scarso successo di rendere nuovamente fruibili dalla specie umana le strade e le piazze cittadine. Ho salutato i bagnini (pardon, gli assistenti alla balneazione) che cercavano di ripulire le spiagge con speciali setacciatori a motore tirando su innumerevoli siringhe monouso utilizzate, preservativi usati, una quantità industriale di mozziconi, un’enormità di bottiglie e lattine vuote, altre cose varie tipo anelli, fermagli per capelli, confezioni di creme abbronzanti anche nuove e, mi ha riferito uno, perfino una dentiera (di seconda mano naturalmente).
La pineta primigenia

Nella pinete primigeniaNon ancora sazio delle cose viste mi sono inoltrato, convinto di trovare ancora nuove testimonianze delle gozzoviglie ferragostane , nella grande pineta primigenia che circonda e protegge la città. e non mi sbagliavo. Subito ho incontrato un individuo che, nascosto nei cespugli e rinchiuso in un sacco a pelo polare, dormiva profondamente. Ho verificato che desse segni di vita e constatato che russava della grossa ho concluso che probabilmente era caduto in coma etilico o altrimenti era sotto l’effetto di una elevata quantità di sostanze psicotrope. Poi.....la terra dei fuochi. Non so come non si sia sviluppato un unico grande incendio boschivo (forse sono intervenuti quelli della protezione civile o della forestale). Ovunque tracce di grandi falò malamente spenti e tracce di pantagrueliche grigliate. E quando parlo di tracce parlo di cose concrete come ossi di bistecca spolpati, bottiglie vuote, cenere,  legna semibruciacchiata e contenitori di liquidi particolari per accendere il fuoco, Chissà perchè nessuno, ma proprio nessuno, tenta di rimettere quella porzione di pineta  che ha utilizzato come l’ha trovata.  Ed è inutile rimarcare che i posti più nascosti della grande pineta hanno svolto la funzione di “gabinetto di  decenza” e che è una balla colossale  andare in giro a raccontare come questa pratica possa rappresentare un eccezionale nutrimento per le piante.
Borseggio

Arriva la "mala". Voglio però dire ancora una cosa, tanto per completare il quadro. Questo bailamme ferragostano non è passato inosservato per gli elementi della “mala” anche se di piccolo cabotaggio. Da tutta la regione si sono precipitati, ansiosi di prestare la loro opera, gli spacciatori, “i puscher”  i borseggiatori, i ladruncoli, zingare, questuanti, grandi e piccoli truffatori, e tutta questa gente si è impunemente mimeizzata nell’orda vacanziera e impunemente ha operato. Chissà quanti ne hanno castigati. Forse oggi gli uffici di polizia avranno un poco più di daffare del solito.

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