7 dic 2014

LA SOCIETA' DEI MAGNACCIONI

Dicembre 2014: Il sacco di Roma. A Roma un mega sistema di potere corrotto. Denari ai politici e non solo. E ci mancava. Non bastava tutto quello che abbiamo visto e sentito sui maxistipendi, sui vitalizi, sulle pensioni d'oro e più in generale tutte quelle prebende e facilitazioni che si attribuiscono autonomamente tutti coloro, e sono tanti, altrimenti definiti come "la casta politica".

No, non bastava. Oggi possiamo tranquillamente parlare di "mafia politica". La distanza che esisteva tra la politica come rappresentanza dei cittadini e la delinquenza tende ad azzerarsi. Questi due mondi contrapposti che altrimenti si combattevano aspramente tendono a fondersi in un unicum indefinito. E' nato un nuovo appellativo per il governo del paese ovvero, tanto per riprendere una nota canzonaccia delle mie parti, "la società dei magnaccioni".

La politica, quella vera, si è dissolta, si è trasformata in un dispositivo istituzionalizzato che ha l'unico scopo di arricchire la casta di potere a scapito di tutti gli altri. La mancanza di senso dello Stato e il disprezzo per i cittadini è un sentimento che ha conquistato tutti gli organismi di governo e di sottogoverno. Un sentimento che ha portato con sé individualismo esasperato e corruzione. Ormai il principio di "mors tua, vita mea" è diventato patrimonio indiscusso della casta e ha prodotto come conseguenza uno straordinario impoverimento degli strati meno protetti della popolazione, cioè di tutti quelli che hanno rifiutato di aderire a queste logiche mafiose, che hanno deciso di vivere senza questa immonda scimmia sulle spalle.

La disperazione sociale è evidente e molto preoccupante. Il paese sta andando alla malora e la rovina, lo stato di grave dissesto in cui versa è ormai evidente. Il governo, impegnato nella salvaguardia dei suoi componenti, si è guastato, si è rovinato, si è deteriorato e ha perso ogni funzionalità. Così com'è non serve più, è fallito. Oggi la politica è come una partita di rugby senza regole con tutti fuori gioco e dove ogni giocatore è persuaso che l'arbitro sia sempre dalla sua parte. 

E'il frutto amaro di tanti anni di liberismo selvaggio e di neocapitalismo senza futuro con alle spalle una visione filosofica prevalentemente assolutistica del mondo, ovvero individuo e proprietà come valori assoluti. Ormai anche la sinistra, e badi bene non solo quella italiana, non è più nemmeno quella socialdemocrazia che mira all’abolizione delle classi e del capitalismo per via democratica. Anche il Pd è lontanissimo da queste aspirazioni, immerso com’è nella fede, peraltro diffusissima, della validità dell’organizzazione capitalista della società.

E'la crisi di un Paese in via di trasformazione che ha abbandonato i suoi valori e dove la vita sociale non è più adeguatamente garantita. La protesta è inevitabile e la situazione può peggiorare dall'oggi al domani. Siamo prossimi ad una trasformazione epocale non certo indolore. Il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare e il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la fase più pericolosa.

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