26 ago 2014

ARMIAMOCI E PARTITE

Ormai il lungo letargo estivo è finito ed è arrivato il tempo della ripresa autunnale. Lasciamo perdere, per non stracciarci le vesti, quello che ci aspetta sul fronte delle tariffe, delle tasse, dell'occupazione, dei salari e più in generale dei servizi. Amarissime sorprese anche se a dir la verità in cuor nostro ce lo aspettavamo.

Invece, se facciamo una rapida carrellata su quello che è successo al di fuori del nostro microcosmo possiamo osservare un panorama alquanto diverso. Tutto il mondo islamico, in antitesi alla civiltà occidentale, si è mosso rapidamente conquistando armi alla mano nuovi spazi. Ha scatenato una guerra di religione, definita dallo stesso Papa Bergoglio come terza guerra mondiale, contro i cristiani, contro i laici, contro i ricchi con lo scopo di imporre la dittatura teocratica islamica e l'istituzione di un califfato mondiale. 

Ben armate, addestrate e finanziate dai proventi arabi del petrolio le formazioni terroristiche islamiche hanno sigle ormai tristemente note come l'ISIS (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante nato nel giugno 2014), le brigate al Qassam di Hamas che perseguono lo scopo della distruzione dello stato ebraico, la rete terroristica di matrice sunnita Al-Qaeda, gli Hezbollah libanesi ovvero il “Partito di Dio”, e così via.

Però questi preoccupanti scenari sembrano in realtà interessare poco. La stessa Europa che ne è il continente più coinvolto è, strano a dirsi, quello i cui governi meno se ne interessano. L'Europa non ha le forze. L'Europa è troppo occupata a pensare ai suoi guai ed è con questi che ora si vuole confrontare. Il più efficace baluardo contro l'avanzata del califfato è costituito dai paesi anglofoni, Usa e Inghilterra. Sono loro che stanno concretamente intervenendo con adeguate iniziative militari.

E noi, noi Italians? Beh, al momento ci limitiamo a tenere i motori accesi di un vecchio Lockheed C-130 Hercules in attesa di caricarlo di armamenti da paracadutare sui Peshmerga Curdi che dovrebbero, bontà loro, cavarci le castagne dal fuoco. Anche perchè, come ci raccontano gli uffici stampa delle forze armate, di solito inviamo uomini, mezzi e armamenti in missioni di pace, a costruire strade e acquedotti, a dirimere beghe tribali, a regalare medicine e dolciumi a vecchi e bambini.

Checchè se ne dica ho qualche riserva sulla volontà di intervento del nostro paese. Forse sarebbe più prudente adottare in questo caso il motto "armiamoci e partite". In fondo certe cose le possiamo tranquillamente lasciar fare agli altri, a quelli che se ne intendono, a quelli che hanno capacità, preparazione, mezzi e soprattutto voglia.  

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