13 ago 2014

FOTTUTO FERRAGOSTO

Passano gli anni ma le domande degli uomini restano sempre le stesse: esiste Dio? Siamo soli nell’universo? Che faremo a ferragosto?

Quando l'imperatore Augusto istituì, nell' ottavo secolo a.c. per suo uso e consumo, le festività di metà Agosto chiamandole "Feriae Augusti", non immaginava certo che circa duemila anni dopo sarebbero diventate una abominevole costumanza collettiva.

L'orrore dell'asfissiante traffico veicolare cittadino si è trasferito nelle più ridenti località di mare, montane e agresti della penisola. Ha conquistato verdi prati di solito popolati da pacifici bovini dediti al pascolo. Ha intasato i lugomari fin dall'alba e saturato i parcheggi rigorosamente abusivi degli stabilimenti balneari. Ha popolato le silenti montagne di comitive vocianti e urlanti da costringere i valligiani, usi vivere solitamente le loro giornate con una certa tranquillità, a rinchiudersi, tappando le finestre, nelle loro baite. 

I miei occhi stupefatti hanno visto sul lungomare la nascita del concetto di condivisione di un solo ombrellone tra più gruppi familiari. Hanno visto applicare il principio della turnazione per l'occupazione di lettini e di sdraio cosicchè chi si azzarda ad abbandonare il suo posto per un tonificante tuffo nelle acque (inquinate) del litorale viene immediatamente defraudato del suo diritto a sbracarsi al sole e sostituito. Hanno visto nascere aspre contese, non sempre a parole, per conquistare un metro quadrato di arenile ad uso asciugamano tra una folla seminuda, unta, sudaticcia e maleodorante.

E poi le tristi grigliate all'aperto. Ovunque si accendono giganteschi fuochi tribali con la legna ancora verde rapinata dalla vicina pineta. Ovunque si alzano imponenti volute di fumo grigiastro visibili in un raggio di trenta chilometri e tali da mobilitare la forestale per sospetto incendio boschivo. Ovunque si tenta la cottura sulla brace di chilate di salsicce e braciole che cominciano prima a sfrigolare e poi a carbonizzarsi diffondendo nell'aere un ributtante sentore di carne in combustione.  E l'odore risulta talmente evocativo che se un indiano si trovasse per caso a pssare vicino alla grigliata, sicuramente, credendo di trovarsi sulle rive del Gange nel bel mezzo di una cremazione, cadrebbe in uno stato di profonda crisi mistica.

Una cosa però va detta. Sui fagotti e i fagottari. I fagotti sono esempi di cucina casalinga da asporto, sono interi e succulenti pranzi portati fortunosamente sotto l'ombrellone e consumati in allegra compagnia. Tanto per curiosità sono andato a sbirciare in cosa consistessero questi menù "fai-da-te" o, come si dice oggi, questi esempi di catering familiare. Ebbene ho scoperto che il piatto tradizionale da portarsi in spiaggia per il pranzo di Ferragosto è costituito dal pollo in umido con peperoni, spesso preceduto dalle fettuccine ai fegatelli e seguito da cocomero ben freddo. E' su questa meraviglie della inventiva alimentare nazionale che, intorno alle tredici, si avventano senza ritegno i nostri fagottari con le mani, con le posate di plastica, con le posate di metallo, a morsi, a leccate per poi abbattersi stremati al suolo con un inizio di   congestione alimentare.

Insomma nei due giorni ferragostani sembra che tutto sia permesso, che ogni eccesso sia benevolmente tollerato. E' tutto un accalcarsi di gente rumoreggiante e maleducata. Ristoranti e pizzerie sono strapieni (per accedervi occorre munirsi dell'apposito tiket numerato e aspettare in fila il proprio turno), folle oceaniche si assiepano per assistere agli spettacoli all'aperto dove si esibiscono estemporanei artisti di dubbia fama mentre, per quanto riguarda i cinema, siano essi al chiuso o sotto le stelle, è meglio che stendiamo sull'argomento un velo pietoso.

Normalmente in questi giorni ci si augura, nell'intento di fare cosa gradita, un buon ferragosto. Ma Vi avverto, chi ci prova con me, rischia di ricevere in risposta delle parole che nulla hanno a che vedere con l'umana e reciproca cortesia. "Io, speriamo che me la cavo" e per questi due giorni di bagordi ferragostani ho già pianificato l'impiego del mio tempo. Sono solo cinque semplici ma auree regole applicabili a l'intera specie umana, uomini e donne di buona volontà. Così, tanto per scusarci con l'augusto imperatore Augusto (perdonate il gioco di parole) e per rendere più piacevoli queste giornate. Ecco le regole:
  1. Non mettere il naso fuori di casa
  2. Dedicarsi ad attività costruttive tipo studio, bricolage od altro 
  3. Accudire alle piante di casa e del giardino (per chi ce l'ha)
  4. Riposarsi e guardare qualche buon DVD sul teleschermo in compagnia di una bella birra ghiacciata
  5. Preparare accuratamente pranzo e cena e magari cimentarsi in qualche ricettina "sfiziosa"
Allora, per tutto quanto detto sopra e per altro,  dato che l'augurio non è diretto a me, buon ferragosto 2014 a tutti.

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