19 set 2014

L'ULTIMA CAZZATA

Il governo Renzi-Berlusconi prosegue imperterrito nel suo disegno di distruzione del tessuto sociale del paese.Ormai le "pensate" (altrimenti dette il bancomat del governo) che riescono a tirar fuori dal cilindro del prestigiatore sono sempre a senso unico: la sanità, le pensioni, il lavoro.

Ma si badi bene non certo la dininuzione dei privilegi di cui godono le cosiddete caste o lobbies, la lotta all'evasione fiscale, la battaglia allo spreco e alla dissipazione delle pubbliche risorse effettuata da alcuni "carrozzoni ministeruiali" e dalle "partecipate" comunali, la vertenza sulla burocrazia ridondante, la cacciata dal parlamento di tutti quegli uomini politici che hanno subito condanne.

Che fine hanno fatto i buoni propositi per la diminuzione del livello di tassazione sui lavoratori e sulle imprese, la ristrutturazione del parco auto blu e degli aerei di stato, il ridimensionamento dei vergognosi livelli economici e normativi di cui godono politici e psarlamentari? Dico, ma non se ne parla più, ad esempio, della liquidazione di 27 milioni di euro corrisposta a Montezemolo per la sua uscita dalla Ferrari che, se teniamo conto dello stipendio medio di un dipendente, è semplicemente scandalosa? Ma come è possibile che sia tollerata una tale divaricazione retributiva (e non è certo solo il caso della Ferarai) tra managers e operai?

In questo desolante quadro l'ultima iniziativa governativa ovvero l'ultima cazzata che hanno tirato fuori si chiama "contratto di lavoro a tutele crescenti". Scopiazzato malamente dal "The american jobs act" di Obama, attraverso questo titolo si tenta, con furbesca ingenuità, di far passare il concetto che l'adozione di questo nuovo tipo di contratto "accresca" le tutele dei lavoratori. Niente di più falso.

Se è vero, come è vero, che esistono lavoratori tutelati e lavoratori non tutelati, logica vorrebbe che per questi ultimi si accrescessero le tutele fino ad ottenere una equiparazione tra tutti i lavoratori. Invece no. Con questo contratto semplicemente si aboliscono le tutele a chi già le ha. Si dice che dopo tre anni dall'assunzione il dipendente potrebbe cominciare a godere progressivamente delle tutele statutarie. Io credo che, in questo contesto, passati i tre anni dall'assunzione il lavoratore abbia un'altà possibilità (in questo contratto ovviamente non esisterebbe più il tanto discusso art.18) di essere licenziato in tronco. 

Chi glielo farebbe fare, infatti, al datore di lavoro di accollarsi tutti quegliu oneri propri e impropri derivanti dall'applicazione delo statuto dei lavoratori?  Non farebbe prima a licenziare il lavoratore prossimo a passare in regime di tutele e ad assumerne un altro? Bella cazzata eh! 

*********************************************************
C'è un altro post che potrebbe interessarti. Se vuoi leggerlo clicca qui .