4 mar 2014

OSTIAGGINE 2

Ovvero, ancora sulla città di Ostia e sui suoi abitanti.  Seconda e ultima  parte (era ora!).

Ebbene, anche a costo della più assoluta impopolarità, voglio continuare a parlarvi della varia progenie che, a qualsiasi titolo, qui trascorre il suo tempo. La radice che li unisce non è un comune tipo di genoma, non è uno specifico virus, non è una particolare tossina che alberga nel loro organismo, si tratta più semplicemente di una certa affezione insinuatasi nei loro animi verso questi luoghi e questi abitanti. La simbiosi con l'ambiente che li circonda è totalizzante fino a creare uno stile di vita diverso da quello della vicina capitale e senza peraltro minimamente farsi fagocitare da essa. Il comune idioma con cui ci si esprime e che possiamo chiamare ostianesco è simile al vicino romanesco (dialetto parlato a Roma) e pur tuttavia se ne diversifica diventando una lingua locale, uno "slang" che chiunque rapidamente, ma anche per necessità, efficacemente apprende. Ma adesso è giunta l'ora di tirar fuori dal cappello del prestigiatore altre categorie di abitanti. E quindi.....
Gli ostiatri
Quante volte, soprattutto spostandoci in bici o in "scooter", abbiamo espresso frasi che proprio cortesi non sono quando, rischiando un repentino atterramento, siamo capitati su quelle buche che la pioggia ha creato sul manto stradale oppure quante volte abbiamo tirato in ballo divinità pagane e non nel mentre cercavamo pericolosamente di evitare maleodoranti mucchi di spazzatura bellamente situati nelle corsie riservate al traffico veicolare?  E non solo, il turpiloquio nasce spontaneo anche quando ti capita di ammirare il degrado dei giardini pubblici, della pineta, l'affollamento negli uffici postali, al cinema, al supermercato e così via.
Ma, forse non tutti lo sanno, a cercare di porre rimedio a queste cose ci sono loro, gli ostiatri. Sono esclusivamente dei volontari e, come i medici geriatri si prendono cura delle persone anziane, loro si prendono cura della città anche lei ormai anziana. Solitamente pensionati o giù di lì con molto tempo libero si aggirano per le strade in cerca di qualcosa che non va, e quando la loro 
ricerca dà un poco desiderato esito ecco che intervengono, gratuitamente e generosamente. Così li troviamo impegnati a fornire ampie e prolisse indicazioni a chi domanda rapide informazioni stradali oppure a chiamare i vigili e l'ambulanza in caso di incidente anche se lieve, a telefonare prontamente ai pompieri non appena si trova una fogna intasata, a chiamare il pattuglione per un qualche individuo ritenuto sospetto, il pronto intervento strade per fuge di gas, lo stradino comunale per il selciato sconnesso e vi lascio immaginare quant'altro possano fare.
Sono ovunque e sono tanti, guardatevi attorno con attenzione e li scorgerete. Nessuno ha mai capito quale reale servizio svolgano per la collettività cittadina salvo l'acquisizione di una qualche soggettiva gratificazione. Però ci sono, estono.
Gli ostiaroli
Normalmente chiamiamo fiumaroli chi frequenta il Tevere svolgendovi attività sportiva di remo, di pagaia o di pesca. Anche noi qui ad Ostia abbiamo un numeroso e gagliardo manipolo di sportivi dedito sopratutto al jogging, al windsurf, al ciclismo.
Sono tutti sport da fare all'aria aperta e coloro che li praticano felicemente e in sprezzo del pericolo sono i famosi e rinomati (si fa per dire) ostiaroli. Se siete amanti dell'orrido accorrete compatti, anzi precipitatevi da noi la domenica o le feste comandate, recatevi nella pineta e godetevi lo spettacolo. Arrivano i marciatori, ovvero attempati, sudaticci e bulimici signori di mezza età sull'orlo del collasso cardiocircolatorio accompagnati dalle loro cellulitiche e
grassocce compagne con immancabile codazzo di ragazzini ululanti. Tutti rigorosamente muniti di pettorina con il logo dello sponsor di turno indossata orgogliosamente e di inutili bibite energetiche in mano.
E i cosiddetti "bikers" non sono da meno. Vestiti "marzianamente" con caschi fosforescenti, attillatissime tute multicolori, guanti e scarpe da "pistaioli" scorrazzano preferibilmente in gruppo pedalando furiosamente su bici da corsa o da cross. Ma una cosa li accomuna tutti, senza eccezioni: l'abitudine di procedere su strade trafficate, anzichè in fila indiana, affiancati anche a tre per volta con grave pericolo di essere investiti.
E poi ci sono i "windsurfer", in mare anche con temperature polari che, muniti di tute in neoprene ma comunque bagnati fradici, compiono le loro ardite evoluzioni attaccati ad una vela. Solo a guardarli mi viene freddo e mi domando come costoro non facciano alla fine i conti con l'umidità, i reumatismi, l'influenza o se solo il fatto di appartenere alla categoria degli ostiaroli li accomuni a superuomini.
Gli ostiopatici.
L'ostiopatia (da non confondere con l'osteopatia che è cosa ben diversa) è una sindrome irreversibile che colpisce prima o poi tutti quelli che abitano questa città. I sintomi sono un rapido allineamento della persona colpita, ovvero dell' ostiopatico, ad una delle tipologie esposte qui sopra, è di carattere endemico e non prevede cure adeguate. Chi ne è colpito porterà su di se i segni indelebili del morbo e si riconoscerà ovunque egli sia. Così qualora il nostro ostiopatico si trovi indifferentemente a Sidney o a Bombay, di fronte ad una qualsiasi cosa che gli arrechi offesa reagirà all'istante con un rapido lancio di "li mortacci tua e de tu nonno" coinvolgendo pertanto nell'anatema anche gli ascendenti paterni del malcapitato offensore.

Bene, con ciò ho terminato quest breve carrellata di indimenticabili individui e a questo punto non mi  rimane che rivolgermi a Voi con un appello:
Siòre e siòri, bambini, militari, ragazzi e, ma sì anche voi, animali domestici e non, è tutto vero!  Senza trucco e senza inganno!  Vedere per credere!  Accorrete tutti, perchè......

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