22 nov 2014

LA BARCA

Operai e imprenditori hanno gli stessi obiettivi,  sono tutti sulla stessa barca. Shoccante. Quante volte ho sentito questa frase, in tutte le salse. "We are all in the same boat" insegnano i nostri cugini d'oltre manica, o, se volete, d'oltre oceano. Quello che l'ha inventata deve essere un genialaccio, o forse ha semplicemente enunciato l'espressione ultima e più significativa della ideologia neo capitalista.

Sono tempi di vacche magre. E i nostri cari amici (si fa per dire) imprenditori, industriali, uomini d'affari, vedono assottigliarsi i loro già lauti profitti. Non vedono più salire i grafici degli utili, anzi vedono una linea piatta se non (immane tragedia) in discesa. E questo, per loro è letteralmmente insopportabile. 

Come rimediare?  Beh, purtroppo i mercati sono saturi, i consumi ristagnano, la concorrenza è agguerrita, le crisi morde. Per mantenere il trend ascendente degli utili non rimane che una sola cosa. Una cosa che darà molto da fare ai cosiddetti "tagliatori di teaste", agli esperti del "downsizing" (termine inglese che definisce un licenziamento collettivo attuato con lo scopo di aumentare la redditività di un'azienda): andare a ricercare gli utili mancanti all'appello nelle tasche dei lavoratori e degli operai.

No, la storia della barca é una misera invenzione di chi non sa come fare inghiottire ai lavoratori i bocconi amari delle ristrutturazioni aziendali. In realtà noi non siamo sulla stessa barca, siamo su due natanti diversi che vanno in direzione opposta. L'uno verso una esistenza dignitosa e l'altro alla volta di un facile arricchimento. La faccenda della "stessa barca" è un inganno mediatico messo in giro da quelli che detengono il capitale e i mezzi di produzione. Una storia ingannevolmente fascinosa pensata ad arte per tentare di fornire un fondamento ideologico all'attacco, ormai già in atto, al mondo del lavoro e dei lavoratori stessi.

Si spiegano così molti drammi della società contemporanea. Drammi che hanno duramente colpito gli strati più deboli della popolazione oramai prive della difesa garantita dalle risorse economiche e dalla protezione delle varie caste o lobby di potere. E' in pieno svolgimento, durante questi ultimi anni, un gigantesco trasferimento di ricchezza dai ceti meno abbienti alle classi dominanti più ricche. Quando tutto terminerà ovvero quando la crisi sarà finita e si sarà ultimato il trasferimento di ricchezze resteranno per i superstiti solo macerie. Ma non per tutti. I pochi che usciranno indenni da questa guerra economica condotta tra le frontiere nazionali, i pochi che realmente vinceranno la partita saranno straordinariamente ricchi e potenti. 

E, scusate se è poco, ma questa, che razza di barca è?

***********************************************************
C'è un altro post che ti potrebbe interesare. Se vuoi leggerlo clicca qui.