23 mar 2014

QAL' AT AL- HISN

"Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono." (Tiziano Terzani)

La dimensione temporale non è soggetta a valori assoluti, i nostri sistemi di misurazione (ore, giorni, mesi ecc.) sono solo una convenzione adottata per praticità, ma varia da individuo a individuo, da luogo a luogo. E questo soprattutto si nota se confrontiamo il tempo relativo di un insetto che vive pochi giorni con quello di un essere più evoluto o dalle stesse vicende umane. Il tempo quindi non sempre ha le stesse caratteristiche.

In Siria, a metà strada circa tra Aleppo e Damasco, arrccati in posizione strategica, si trovano gli imponenti resti di  un antico castello medioevale chiamato in lingua locale "Qal'at al-Hisn" ma più noto come "Krak des chevaliers". E' una tipica fortificazione militare già "enclave" della cristianità in territorio musumano utilizzata come base operativa per la difesa di Gerusalemme e dei luoghi sacri dai cavalieri dell'Ordine Ospitaliero, dall'Ordine dei Cavalieri di Rodi e infine dall'Ordine dei Cavalieri di Malta.

Fatta costruire nel 1031 circa dall’Emiro di Aleppo nel 1099 fu subito conquistata "manu militari" dalle truppe crociate e da allora in poi, per circa due secoli, fu teatro, con alterne vicende, di sanguinose battaglie e assedi tra mussulmani e cristiani per il suo possesso e quindi per il controllo della zona. Successivamente servì come baluardo all’avanzata cruenta dei Mongoli fino alla fine de XIII sec. quando i cavalieri crociati abbandonarono la fortezza poi definitivamente riconquista degli arabi e mantenuta come presidio militare.
A poco a poco l'importanza strategica del Krak diminuì fino al suo definitivo abbandono. All'inizio del XIX secolo fu occupata da lcune famiglie nobiliari fino al 1927 quando le autorità francesi iniziarono il restauro della fortezza dichiarandola monumento nazionale per poi regalarla ai sovrani hascemiti di Siria a riparazione dei danni provocati dal bombardamento di Damasco.

Fin qui la storia. Ma nella cronaca, nell'attualità di oggi la vocazione, mai scomparsa nei secoli scorsi, di questo luogo a configurarsi come teatro ideale di vicende belliche continua ome una maledizione per quanti vivono  all'ombra di queste antiche mura merlate. E' notizia recente di feroci battaglie tra l’esercito siriano e gruppi di estremisti armati mentre ogni giorno coloro che sono rimasti nel circondario del "Krak des chevaliers" seppelliscono nuove vittime. In ultimo notizie di stampa del 21 marzo riferiscono che forze lealiste siriane hanno espugnato il castello crociato medievale dove i cosiddetti ribelli erano asserragliati da circa due anni.

E' come se questo luogo fosse rimasto intrappolato in un ciclo di causalità temporale che provoca la ripetizione degli eventi, in questo caso crudeli eventi bellici, secondo uno schema potenzialmente infinito. E da come si mettono le cose, che sono poi il risultato di sotterranee tensioni interreligiose, ci sono poche possibilità di uscirne. Nel "Krak des chevaliers" queste circostanze, come in una spirale ascendente, si ripetono dunque ciclicamente e non è il replicarsi degli stessi fatti ma il manifestarsi di analoghi avvenimenti in un contesto sempre nuovo anche se le loro radici più profonde sono identiche.

Tutto ciò non è strano se ipotizziamo che solo in taluni posti il flusso lineare della dimensione temporale diventi ciclico presentando periodiche interruzioni e riproponendo fatti e vicende di per sè tragiche ma simili e prevedibili.

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